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Trento, 4 ottobre 2003 Hanno rivisto il nome “storico” pur di dimostrare che non è solo il partito dei Verdi. Sulla scheda c’è quindi il Sole che ride e il nome «Verdi e democratici per l’Ulivo», con l’apostrofo rosso. Marco Boato ha girato il Trentino in lungo e in largo e non nasconde grandi speranze: «Ci saranno non poche sorprese sul nostro conto», dice. La presentazione ufficiale si è tenuta sul prato di piazza Dante: un altro modo per spiegare che i Verdi non si sono chiusi nel segreto di una stanza. «Anzi, abbiamo aperto porte e finestre - aggiunge Boato - E l’aria che è entrata è pulita e fresca». Non solo Verdi, dicevamo. E questo si può dimostrare dal 41% degli indipendenti presenti in lista, soprattutto professionisti e persone impegnate nel sociale, e 25 facce nuove rispetto all’esperienza del ‘98. Cinque anni fa, di fronte alla soglia di sbarramento che poi venne cassata, i Verdi diedero vita alla bicicletta con Rifondazione comunista: esperienza non felicissima, che comunque portò lva Berasi in Consiglio provinciale e quindi in giunta. A proposito di Iva Berasi. Il partito ha deciso da parecchi mesi che l’assessore si è guadagnata sul campo il numero uno in lista, grazie a quello che è stato definito “un lavoro straordinario” realizzato in questi cinque anni. Lavoro che a dire il vero ha portato a qualche contrapposizione con il resto della giunta (sulla Val Jumela e sulla caccia, soprattutto), anche se la Berasi è sempre rimasta al suo posto. E anche in sede di programma del candidato presidente, Boato ha fatto mettere a verbale la propria “riserva” sulla Valdastico, pur dando il via libera al resto del documento: «Non romperemo la coalizione», ha detto. La legislatura ha visto non pochi scontri con alcune associazioni ambientaliste: Casanova e Rigo - assurti al ruolo di simbolo supremo di un ambientalismo che non vuole scendere a compromessi - non le hanno risparmiate verso la Berasi. E i Verdi hanno contraccambiato con una certa soddisfazione quando il candidato voluto da Costruire comunità è stato eli minato dalla lista della Sinistra democratica e riformista e quindi dalla coalizione di centrosinistra. lva Berasi è stata affiancata da un’altra donna, Donata Loss, assessore a Rovereto: il segnale di una certa attenzione all’universo femminile, visto che le donne in lista sono 12, pari al 35%. Per il 26 ottobre, oltre alla coppia Berasi - Loss, punta ad un exploit Roberto Bombarda, forse il nome più interessante tra le candidature indipendenti. Poi anche l’ex assessore De Bernardis, Giuseppe Facchini, Fabrizio Miori. Nel foglio di informazione elettorale, lva Berasi non nasconde i risultati ottenuti: «Abbiamo dovuto dire dei no (Valdastico, Val Jumela, caccia), ma sempre accompagnati da dei sì alternativi».
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